martedì, novembre 28, 2006

In onore di Fabio il Gigante - Napoletano, Juventino, Italiano ma soprattutto uomo D'ORO

E così il Pallone d’Oro 2006 è andato a lui. La notizia era ormai trapelata da giorni ma tant’è, la vera emozione molti di noi l’hanno provata oggi,trattenendosi nei giorni scorsi quasi per scaramanzia.

Fabio Cannavaro ha messo un altro sigillo – forse il più importante – ad una carriera dall’ascesa che sembra non avere mai una sosta, un momento di crisi, uno di stanchezza. Solo negli ultimi mesi lo smarrimento per una nuova vita che gli è piombata addosso in venti giorni, lui, il Capitano campione del mondo, costretto ad un esilio quasi forzato. Ma i grandi uomini non perdono mai la bussola, e oggi Fabio Cannavaro era a Parigi, a ricevere un premio che chissà quante volte ha sognato, ai tempi in cui un piazzale della Loggetta era il suo Santiago Bernabeu, un segno fatto magari col gesso l’area piccola da difendere a tutti i costi, il quartiere la sua finestra sul mondo. Reale, troppo reale il suo mondo di bambino per credere – veramente – in un riscatto.
Forse lo stesso Fabio Cannavaro, quarto italiano ma primo napoletano e primo vero difensore della storia a vincere il Pallone D’oro, Capitano della Nazionale campione del mondo in carica, il più forte del mondo nel suo ruolo, avrebbe riso se qualcuno gli avesse detto da bambino cosa sarebbe diventato. Manc’ int è suonn avrebbe risposto, perché certe cose è proibito persino sognarle. Sarà per questo che un ragazzo di 33 anni che dalla vita ha avuto quasi tutto è rimasto sempre con un piede nel fango della sua adolescenza, come se quel fango avesse il potere di tenerlo incollato al terreno impedendogli di volare troppo in alto e di perdere di vista quello che conta. E così ad ogni intervento un pensiero per la sua città, per le sue origini. Sentimentalismo? Falsa modestia? Noi crediamo semplicemente purezza d’animo, ma soprattutto grande ONESTA’. L’onestà di uno che non si è mai montato la testa, che nonostante il denaro, i privilegi, le tentazioni di un pallone che spesso ti brucia e ti rovina senza permetterti di tornare indietro, è rimasto quello che ha ritenuto importante essere: un uomo sposato con la ragazza con cui è cresciuto nel rione, con cui ha affrontato la vita, e che importa se di professione non fa la velina, né la schedina e nemmeno la top model? Un padre di famiglia, perché questo basta per essere felici, perché non c’è bisogno di cercare oltre, basta lo sguardo dei tuoi figli a farti capire che sono fieri di te, e tu allora capisci che la vita è questa.
Oggi non c’è nessuno calciatore che ha collezionato un trofeo in più, ma semplicemente un gentiluomo timido che ha finalmente mostrato al mondo come si fa ad essere UN UOMO D’ORO.
GRAZIE FABIO!
Maristella

5 commenti:

Mariano ha detto...

sicuramente è bello...nulla da dire...
ma purtroppo oggi non riesco proprio ad essere felice...chi beve qualcosa, anzi molto con me???
amici ci siete vi racconto una storia...

Anonimo ha detto...

Ciao Mariano per la verita' anche io oggi sto un po' moscia...mi accomodo e prendo una tazza di te' pero' con due biscottini...perche' adesso ho un piccolo languorino...a presto...ciao

Anonimo ha detto...

UN CAPITANO, C'E' SOLO UN CAPITANO, UN CAPITAAANO!!!!!....GRANDE FABIO....ancora ricordo il tuo esordio in A col Napoli, io ero allo stadio e tu già infiammavi i nostri cuori giganteggiando al fianco dell'insormontabile Ciro Ferrara....o ancora ricordo il tuo addio forzato (al Parma 24mld di lire!)per risanare le tasche di Ferlaino... sei il nostro idolo, hai portato la napoli calcistica dinuovo in auge, fin sopra il tetto del mondo e lo hai fatto da grande campione, prendendo la Nazionale per mano in un momento difficile per il calcio italiano, quando nessuno avrebbe scommesso 1 centesimo sulla nostra vittoria ai mondiali, ed adesso ricevendo questo riconoscimento giornalistico alla tua forza calcistica e soprattutto umana!!! Bravo! Il tuo esempio non è rivolto solo ai ragazzini di napoli o ai pulcini delle scuole calcio, ma anke alla gente comune, quella che ogni giorno si alza per tirare la "carretta" e che vive di sogni. Tu ci hai ampiamente dimostrato che i sogni si realizzano alle volte, bisogna crederci e sudare sempre per ottenere il massimo, bisogna stare sempre concentrati sui propri obiettivi e non scoraggiarsi mai: GRAZIE FABIO!! Ora torna, sta casa aspetta a te, e soprattutto, la mitica maglia n.6 Azzurra, al fianco del tuo fratellino...NAPOLI CHIAMA I SUOI FIGLI (per citare mario merola!) Fooozzza Azurrrrri!!!!
PS: Marià, sono tutta na' recchia...ehm, volevo dire: tutto orecchie, racconta a tutti la storia!

Mariano ha detto...

Anto, ma la storia già la sai...non sono ancora pronto per renderla pubblica mi sa che ho bisogno ancora di qualche giorno per poterla assimilare...
ma lo farò...come farò un'altra cosa portare una ventata di novità al blog...
aspettatevi presto grosse novità...
che prendete da bere, non rompetemi le palle offro io...

Mariano ha detto...

sapessi mari...una marea di cose di cui non riesco ad uscirne...molti pensieri e decisioni importanti nel momento sbagliato...
poveri anto e teresa che mi devono sopportare...
ti chiamo presto...
tutti al tavolino su...si beve si beve...I miei AMICI sono sempre mie ospiti...